Mentre la Giunta moltiplica gli annunci per un grande rilancio dell\’attività edificatoria fino al 7 aprile ogni cittadino può inviare le proprie Osservazioni alle Norme Tecniche Attuative del Piano Regolatore che nella versione licenziata dal Consiglio Comunale l\’11 dicembre 2024 prevede premi volumetrici e incentivi ai costruttori privati, senza potenziare in parallelo il patrimonio pubblico, o prevedere azioni di contrasto al consumo di suolo e contenimento delle vulnerabilità agli eventi climatici. E\’ perciò tanto più forte il timore che, una volta approvate, le Norme aggiungano ulteriori problemi ai molti pregressi.
Nuove Norme Tecniche Attuative del Piano Regolatore Generale di Roma: Verificare l\’impatto sui territori e ampliare la Rete ecologica (Bozza per la discussione)
Giovedì 20 marzo ore 17.30, Serra ex Snia Parco delle Energie, Via Prenestina 175
Fino al 7 aprile, ogni cittadino può inviare le proprie Osservazioni alle Norme Tecniche Attuative del Piano Regolatore adottate in Consiglio capitolino l\’11 dicembre 2024 con Delibera 169, e presentate il successivo 14 febbraio dal Sindaco Gualtieri come strumento necessario alla “rigenerazione” della città. Le modifiche introdotte riguardano 62 dei 113 articoli delle NTA originarie, approvate nel 2008 con il PRG, ma secondo l\’Assessorato all\’Urbanistica, che le ha redatte, costituiscono una Variante “parziale” e non sostanziale del Piano perché trattandosi dipuri “aggiornamenti” e “semplificazioni”, non inciderebbero sulle previsioni urbanistiche complessive. Gli articoli modificati, concepiti in massima parte per l\’attività edilizia, tuttavia comprendono anche premi volumetrici e incentivi ai costruttori privati, senza potenziare in parallelo il patrimonio pubblico, difenderne le valenze o consolidarne le tutele. Al di là delle dichiarazioni, è difficile dunque comprendere come possano in concreto condurre a interventi “rigenerativi” del sistema urbano nel senso più attuale, e da più parti auspicato, di contrasto al consumo di suolo e contenimento delle vulnerabilità agli eventi climatici.
In particolare il testo adottato è privo di criteri per assegnare alla Rete ecologica la centralità necessaria a svolgere, oltre alla conservazione, anche funzioni efficaci di prevenzione e riequilibrio ambientale a fronte dell\’intensificarsi dei rischi climatici ampiamente descritti dal recente Piano Clima della stessa Giunta: non solo infatti non è stato aggiornato il perimetro della Rete che mantiene ancora l\’estensione approvata nel 2008, non comprendendo quindi i processi ecosistemici ad oggi maturati, ormai strategici nella tutela dei varchi verso l\’Agro o all\’interno della città costruita. Ma le nuove Norme non hanno fissato nemmeno parametri più stringenti per gestire premi e portata degli interventi edificatori ora consentiti; poiché la Rete è un Elaborato prescrittivo al pari delle NTA, si è però così rinunciato ad adeguare il principale strumento con cui garantire che le trasformazioni urbane avvengano nel rispetto dell\’ambiente.
Anche i poteri della Sovrintendenza Capitolina a tutela del patrimonio storico minore, inserito nella Carta della Qualità del Piano, sono stati derubricati a un silenzio-assenso, mentre la Soprintendenza nazionale ha dovuto formalizzare la propria contrarietà per non esser stata coinvolta nella revisione di Norme che autorizzano persino demolizioni e sostituzioni purché conservino la facciata degli edifici antichi; analoga difesa di “facciata” del resto minaccia l\’integrità del paesaggio dell\’Agro grazie agli usi “complementari” all\’attività rurale ammessi per aziende che, rilevate in produzione nel lontano 1997, potrebbero già essere dismesse.
Mancano infine verifiche sullo stato di attuazione del Piano regolatore, in vigore da circa vent\’anni, soprattutto riguardo alle dotazioni di verde e servizi pubblici: quegli “standard” fissati dal Piano in un minimo di 22 metri quadri per abitante di cui 9,5 a verde, che ora, con le nuove NTA, invece di essere adeguati nei tanti quartieri che ne soffrono la carenza, potranno essere monetizzati. Non si può tuttavia ignorare che le criticità, per cui si invoca la “rigenerazione”, investono Roma per specifiche funzioni, ben localizzate nelle aree dove gli interessi privati immobiliari si sono concentrati o attendono di farlo in virtù delle nuove Norme attuative: nel centro storico per gli usi turistici, negli ultimi terreni inedificati delle periferie consolidate, erodendo altro Agro nelle corone più esterne meglio accessibili. Mentre la Giunta moltiplica gli annunci per un grande rilancio dell\’attività edificatoria, è perciò tanto più forte il timore che, una volta approvate, le Norme aggiungano ulteriori problemi ai molti pregressi.
Per evitare che l\’eventuale, futuro carico urbanistico possa sommarsi ai fabbisogni pubblici inevasi o vanificare il prioritario impegno alla difesa climatica, sanitaria e ambientale della città, l\’Assemblea capitolina dovrà dunque subordinare l\’approvazione delle NTA al rinnovamento della Rete ecologica e alla valutazione delle ricadute territoriali generate dalle Norme, in modo da governare gli interventi privati a beneficio della collettività.
Forum Parco delle Energie