Il Congo è stato uno dei paesi più duramente colpiti dal colonialismo europeo. Durante il dominio di Leopoldo II del Belgio, alla fine del XIX secolo, la popolazione congolese subì atrocità inaudite nel contesto di un regime coloniale fondato sullo sfruttamento. Tra gli 8 e 10 milioni di persone persero la vita o furono mutilate in un periodo caratterizzato da lavoro forzato e violenze sistematiche. Dagli anni ‘60 in poi il Congo è stato teatro di guerre dimenticate, segnate da massacri e instabilità cronica, alimentati dall’interesse internazionale per le immense risorse naturali del paese, come coltan, diamanti e oro. La situazione attuale resta critica: il Congo è ancora un epicentro di violenze, con milizie, spesso eterodirette da potenze straniere (ultimo esempio il Ruanda…), che sfruttano il vuoto di potere per controllare i territori minerari e traffici illeciti, mentre la popolazione vive in condizioni di estrema povertà, senza accesso a servizi essenziali. Le industrie dell’ hi-tech sono come re Leopoldo?
Ne parleremo con Filippo Zingone, giornalista freelancee Barthélemy Nasibu, ricercatore e attivista
Le cronache ufficiali hanno sempre omesso o parlato in maniera superficiale dei paesi che compongono il continente africano, mostrandolo come un\’unica grande nebulosa fatta di povertà, calamità e miseria. Questo non è un fatto casuale dovuto a un interesse superficiale del cosiddetto occidente. Da sempre il continente africano è stato invece al centro degli interessi politici e soprattutto economici delle potenze bianche coloniali e arabe.L’Africa non è mai stata povera né di cultura né di risorse, anzi è questo il motivo per cui non se ne parla. Per meglio nascondere e tacere un estrattivismo predatorio, criminale, portato avanti dalle potenze coloniali.
Giovedì 13 Febbraio ore 19.00Presso Zazie nel Metrò via Ettore Giovenale 16 Pigneto – RomaEst