La Casa del Popolo di Torpignattara negli anni si è distinta come una delle realtà più interessanti nel panorama politico e sociale romano.
Attorno ad essa si è raccolta una comunità che con passione e generosità ha intrapreso uno sforzo generoso di radicamento e insediamento sociale in basso, in rapporto con i bisogni reali delle persone, all’interno di un territorio che resta ancora oggi complicato e difficile.
Ora la Casa del Popolo di Torpignattara intende potenziare e rilanciare le proprie attività, nella speranza di avvicinare e coinvolgere nuove risorse e energie, e rimotivare all’impegno quel patrimonio prezioso di intelligenze e sensibilità che negli anni si è andato via via perdendo.
Tutto questo con un chiaro e preciso significato politico.
Perché in questa fase di crisi della rappresentanza e della politica, c’è assoluto bisogno di riferirsi dimensione sociale come terreno privilegiato d’azione e di intervento, per restituire alla politica la dignità di strumento utile ad incidere in positivo sulle condizioni materiali di esistenza, in grado di intrecciarsi nuovamente con i momenti di vita e di sofferenza delle persone.
Oggi, un progetto politico a sinistra può essere oggi efficace solo se sarà innervato di azione sociale, movimenti, conflitti, attori collettivi, lotte locali. Qualsiasi forma di politicismo, anche accattivante, è difatti decisamente votata alla sconfitta e alla marginalità.
La sfida resta quella di riconnettere dimensione politica e dimensione sociale, dentro un modello che sale dal sociale – a partire dai bisogni, dai conflitti e dalla necessità di ricomporre un tessuto oggi frammentato e diviso – al politico, e viceversa