Il volume di massimo Canevacci delinea un antropologia politica adeguata alle sfide attuali: il problema diffuso è la, cittadinanza, la soluzione possibile è la cittadinanza transitiva. A tal fine, l’autore introduce un sommovimento conflittuale inserire in una costellazione concettuale più ampia: il soggetto diasporico. Quest’ultimo non si esaurisce con le persone migranti, bensì ingloba qualsiasi soggetto transitivo che rifiuti di essere collocato in un territorio identitario stabile, che viene visto come oppressivo, tradizionale, inadeguato, autoritario, limitante per la propria autonomia espressiva, teorica, politica, esistenziale.