Il 30.1.2025 è stata pubblicata la delibera di Assemblea Capitolina n. 169 del 11.12.2024 recante la “variante parziale alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale vigente” di Roma.
Un testo complesso e per molti versi incomprensibile anche se alcuni articoli sono chiaramente pensati per situazioni precise come quelle legate al turismo o ai parcheggi ma quello che però colpisce è la visione generale: molti incentivi all\’edilizia e nessuna nuova forma di tutela storica o ambientale.
Dall\’8 marzo fino al 7 aprile è il periodo in cui si possono inviare le osservazioni alle nuove norme tecniche e questo appuntamento vuole essere un’occasione di confronto per provare ad arrivare a un documento comune fra più realtà e vertenze territoriali.
Norme Tecniche Attuative: che fare?Incontro all\’Archivio ex Snia, Parco delle Energie, Via Prenestina 175 – Venerdì 28 febbraio, ore 17.30
La Giunta ha adottato le Norme tecniche-NTA l\’11 dicembre scorso: un documento complesso, difficile da interpretare, che lascia ai costruttori ampi margini di trasformazione edilizia e ai cittadini pochi servizi urbani. Dal 8 marzo al 7 aprile 2025 si possono inviare le Osservazioni, ma serve una riflessione più ampia e condivisa contro la direzione che potrebbe prendere lo sviluppo della città.
La Delibera 169 adottata lo scorso 11 dicembre nasce con la dichiarata volontà di adeguare le Norme Tecniche Attuative alle recenti integrazioni del Testo Unico per l\’Edilizia DPR 280/2001, e semplificarle allo scopo di facilitare, o sbloccare, gli interventi in attuazione del Piano Regolatore 2008; il testo adottato introduce quindi una diversa articolazione delle categorie d\’uso, con cui favorire i cambi di destinazione, e vari incentivi, per sagome, volumi, altezze anche per demolizioni con ricostruzione, con cui accelerare la realizzazione. Si configura così una Variante alle NTA, che l\’Amministrazione qualifica di “parziale” perché non inciderebbe sulle previsioni complessive di Piano, in volumetrie edilizie commisurate alla popolazione insediabile, ma che, nella realtà delle aspettative di localizzazione dei privati orientate alle zone meglio appetibili della città, potrebbe invece concentrare i carichi urbanistici, con impatti negativi su fenomeni di congestione già diffusi nell\’ossatura stradale romana, e soprattutto sui fabbisogni pregressi di verde e servizi a tutt\’oggi molto elevati nei quartieri della periferia consolidata: un quadro ancor più preoccupante se si considera l\’assenza di un pari impegno per rafforzare e aggiornare, attraverso le stesse Norme, i criteri idonei alla tutela del patrimonio storico collettivo investito dalle trasformazioni, e alla salvaguardia ambientale in forme efficaci al contenimento della vulnerabilità ai rischi climatici.Nelle NTA adottate, le modifiche riguardano 67 articoli su 113, fra queste si segnalano:- le monetizzazioni ammesse per l\’adeguamento degli standard, ossia il versamento di soldi da parte del privato, al posto della cessione di aree utili a realizzare i servizi pubblici- la possibilità di ridurre gli standard di parcheggio anche in assenza di studi trasportistici- la possibilità di ridurre gli standard a verde senza una verifica delle condizioni di disponibilità e accessibilità delle dotazioni di verde procapite nell\’area di intervento- l\’indebolimento della Rete ecologica, che doveva tutelare il patrimonio ambientale, ma di cui non è previsto alcun adattamento ne\’ potenziamento in funzione di contrasto al clima- l\’indebolimento della Carta della Qualità, pensata per tutelare edifici e aree di pregio storico anche minore, che è stata aggiornata ma non è più vincolante- l\’indebolimento dei vincoli all\’edificabilità nell\’Agro che rimangono legati allo stato delle aziende rurali rilevate in fase di elaborazione del Piano Regolatore, su basi dati del 1997.Privilegiando la dimensione edilizia delle trasformazioni come se sussistesse un\’equivalenza indistinta delle aree da trasformare, le nuove NTA si sono dunque così risolte in una deregolamentazione urbanistica. È infatti ormai piuttosto dai differenziali di valore locale che dipende la trasformazione di alcune zone e per alcune destinazioni a scapito di altre, ed è proprio per governare simili dinamiche che la specifica attitudine di aree e usi a fini collettivi, sociali, ambientali, storici e culturali va adeguatamente tutelata. L\’Amministrazione non ha invece intesoaccompagnare la revisione delle NTA con una verifica dello stato di attuazione del Piano in relazione agli scenari attesi, o desiderati, di sviluppo della città, e alla coerenza delle strategie per realizzarli, una valutazione che doveva poi esser allargata alle complessive ricadute territoriali in termini quantitativi, localizzativi e di ricollocazione dei pesi insediativi indotte dalle nuove Norme.Senza il supporto di tali strumenti tuttavia le NTA adottate, se potranno forse rilanciare il comparto edilizio, di certo si prestano a subordinare la città agli interessi privati e del mercato, smentendo le dichiarate finalità della Giunta di voler governare il consumo di suolo.