È il ’77, finalmente il cielo (rosso) è caduto sulla terra. WOW. (A) Soffiare sul fuoco, a/traverso la zizzania, la gioia (armata), rivolta (di classe) e cospirazione, senza tregua, è uno strano movimento di strani studenti, congiura dei pazzi senza famiglia, senza galere. La prateria è in fiamme, la rivoluzione è finita abbiamo vinto.
Italia, 2017, durata 127’Regia e montaggio di Luis Fulvio
Note di regia\’77 e No Commercial Use, iniziamo dal secondo. È un film che nasce dall\’otium e che quindi ha nel negotium la sua negazione, è stato fatto con compagni, amici, colleghi di lavoro sulla base di relazioni non commerciali e al di fuori di qualsiasi dinamica lavorativa, fatto per amore e senza spirito di sacrificio. \’77 No Commercial Use è un film potlatch, fedele al motto «è l\’azione l\’ideale» è il suo stesso esistere ad affermare che un altro mo(n)do non solo è possibile ma c\’è. Non è un film indipendente ma autoprodotto, più precisamente “do it yourself”, fatto con brani, sbrani, brandelli di immagini, libri, scritte e suoni del 1977, diversi per formati, forme, qualità e “natura”, dalla provenienza più disparata.Tutto questo potrebbe far pensare a un\’opera collettiva, corale, invece \’77 è molto personale, unico e individualista nelle accezioni stirneriane, che nasce dalla necessità di uscire da diverse situazioni e provare a entrare in contatto con i propri demoni interiori. Per me il 1977 è innanzitutto il mio anno di nascita, ma in questo si addensano e si manifestano fenomeni, idee, energie che hanno segnato tanta parte del mio vissuto. L\’esatta presentazione di \’77 No Commercial Use, a Milano ancor più, è In controluce dei Wretched, dalla prima all\’ultima parola, non la riporto per motivi di spazio ma anche mentre leggete queste righe ascoltatela, si trova facilmente in rete. Perché voler mostrare una cosa che si vuole così intima? Innanzitutto per condividere una ricerca durata due anni, portata avanti con ostinato rigore, a partire dalle centinaia di pagine di fanzines, giornali, fogli autoprodotti del 1977 fotografati nel centro di documentazione anarchica Anomalia di Roma. In secondo luogo per mostrare il tentativo di approfondire un metodo di ricerca e riuso dei materiali imparato e praticato a Fuori orario cose (mai) viste così come un diverso approccio al film e al cinema vissuto quotidianamente presso l\’archivio della Cineteca Nazionale.L\’intento non è mai stato quello di spiegare il \’77, uno dei momenti a cui l\’aggettivo epocale può quasi essere accostato in modo proprio, quando i nodi di trent\’anni di repubblica, e nove di lotta di classe e di liberazione intensa, vengono al pettine. Pretendere di raccontare o approfondire questo con un film non credo sia possibile, il tentativo è piuttosto di far emergere, attraverso l\’accostamento e il presente assente propri del cinema, quelle forze e quelle tante immagini, facce, espressioni che sono apparse e scomparse in quell\’anno e non esistono più. Sono parole di Tano D\’Amico, il più grande fotografo del \’77 a Roma, che aggiunge «sono scomparse forse perché la faccia ognuno se la fa con le domande che si pone, e quelle domande non esistono più, almeno formulate in quel modo».In questo momento non posso dire se \’77 sia riuscito da questo punto di vista, è ancora troppo vicino e troppo forte è ora la necessità personale di liberarmi da queste immagini e facce e parole che mi ossessionano da mesi, penso a quanto non sono riuscito a metterci, penso che manca questo e quello anche se spesso mi dico: ma chi l\’ha detto che non c\’è?
BiografiaLuis Fulvio (1977) vive e lavora a Roma. Da anni collabora con l’archivio film della Fondazione CSC e con Fuori Orario cose (mai) viste. Scrive saltuariamente di cinema, ha curato libri e rassegne e collaborato con diversi festival.
FilmografiaCoda (2014, 11\’), Il futuro di Era (2016, 24\’), ’77 No Commercial Use (2017, 127\’).
a seguire selezioni musicali di Lola Giffard
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