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INCONTRO CON IL REGISTA ANDREA SEGRE E IL PROTAGONISTA ELIO GERMANO PER BERLINGUER – LA GRANDE AMBIZIONE

INCONTRO CON IL REGISTA ANDREA SEGRE E IL PROTAGONISTA ELIO GERMANO PER BERLINGUER – LA GRANDE AMBIZIONE GIOVEDÌ 31/10 2024

Giovedì 31 Ottobre al termine della proiezione delle 17.00

 INCONTRO CON IL REGISTA ANDREA SEGRE E IL PROTAGONISTA ELIO GERMANO PER

BERLINGUER-LA GRANDE AMBIZIONE

A seguito della trionfale accoglienza ottenuta al Rome Film Fest 2024 in qualità di film d’apertura, giunge nei cinema tutta Italia l’attesissimo film che porta in scena la militanza e la quotidianità del segretario negli anni Settanta del più importante partito comunista del mondo occidentale. Nella sala cara al quartiere Pigneto la programmazione si aprirà con un evento pomeridiano: al termine della proiezione delle 17.00 infatti il regista Andrea Segre e il protagonista Elio Germano risponderanno alle domande del pubblico presente. Modera Fabio Meloni, coordinatore del Nuovo Cinema Aquila. Al termine dell’incontro seguirà una tavola rotonda sulla figura di Enrico Berlinguer, moderata dal giornalista Michele Mezza: porteranno la loro testimonianza gli ex Deputati della Repubblica Italiana Pietro Folena e Vincenzo Vita.

SINOSSI

Quando una via sembra a tutti impossibile, è necessario fermarsi? Non l’ha fatto Enrico Berlinguer, segretario negli anni Settanta del più importante partito comunista del mondo occidentale, con oltre un milione settecentomila iscritti e più di dodici milioni di elettori, uniti dalla grande ambizione di realizzare il socialismo nella democrazia. Sfidando i dogmi della guerra fredda e di un mondo diviso in due, Berlinguer e il PCI tentarono per cinque anni di andare al governo, aprendo a una stagione di dialogo con la Democrazia Cristiana e arrivando a un passo dal cambiare la storia. Dal 1973, quando sfuggì a Sofia a un attentato dei servizi bulgari, attraverso le campagne elettorali e i viaggi a Mosca, le copertine dei giornali di tutto il mondo e le rischiose relazioni con il potere, fino all’assassinio nel 1978 del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro: la storia di un uomo e di un popolo per cui vita e politica, privato e collettivo, erano indissolubilmente legati.

 

“Su Enrico Berlinguer sono stati realizzati molti documentari, libri, saggi, ma nessuno ha mai provato ad affidare al cinema di finzione la ricostruzione “da dentro” della sua vita, o di parte di essa, del suo mondo e del suo popolo.” E’ lo stesso Andrea Segre a raccontarci la genesi del suo progetto. “Eppure parliamo di un mondo fatto di centinaia di migliaia, milioni di persone, una gran parte delle quali ancora vive, e di un uomo che è simbolo globale di una sfida e di una scelta: provare ad attuare il socialismo in una società democratica e indipendente, superando le diseguaglianze, ma garantendo tutte le libertà economiche e culturali che le dittature sovietiche avevano invece schiacciato. Dell’uomo che ha avuto i funerali tra i più partecipati e toccanti della storia d’Italia e non solo. Insieme a Marco Pettenello, sceneggiatore e compagno di tanti viaggi importanti, ho deciso di misurarmi con questa sfida e due sono stati i cardini che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui: da una parte il rispetto della serietà e della sobrietà di Berlinguer, dall’altra la scelta di non imitare né idealizzare, ma di provare sempre a capire. Non sono due indicazioni puramente razionali, credo siano profondamente poetiche. Seguendole, ho cercato di entrare nel pensiero di Berlinguer, nella sua relazione diretta con quanto ha voluto e ha fatto, con le sue ambizioni, le sue tensioni e le sue paure, negli anni forse più complessi e decisivi della sua esperienza politica. E ho cercato di penetrare nel suo mondo, in quell’universo parallelo unico, intenso e non privo di contraddizioni, così singolare nella storia d’Europa, che ha rappresentato il Partito Comunista Italiano, a cui Berlinguer ha dedicato la vita intera. Aver scelto, sin dal primo istante, Elio Germano come protagonista è stato essenziale, perché sapevo e ora so ancora meglio che anche lui avrebbe lavorato per capire e non per rappresentare. Se teatralizzati, Enrico Berlinguer, il suo mondo e il suo popolo, non possono infatti che diventare o eroi o nemici. Se invece si cerca di entrare, con rispetto e comprensione, dentro a una scelta di vita, allora si può provare a fare cinema, o almeno il cinema che a me piace fare: raccontare la politica non attraverso slogan e simboli, ma immergendosi nella vita di chi la sente parte irrinunciabile dell’esistenza. Serve tanto studio, molto tempo e una convinzione collettiva del perché (il cinema è un’arte collettiva), di cui ringrazio tutte le persone che hanno lavorato con me.

Quella di Enrico Berlinguer è una vita che può aiutare ancora oggi a porsi domande, a cercare risposte. Il mondo è profondamente cambiato, ma le urgenze e le emozioni che hanno attraversato la sua vita e suo popolo non sono scomparse, albergano in strade diverse, si cercano, si interrogano, attraversano le contraddizioni dell’oggi, si infilano nei vuoti e nei pieni della società contemporanea. Esiste un’universalità nell’azione e nel pensiero di quest’uomo, che è mirabolante poter esplorare e ascoltare al di là dell’ormai anacronistica adesione ad un partito. Berlinguer era piccolo, gracile, silenzioso e riflessivo, studiava molto, scriveva tantissimo, parlava con grande calma e precisione, guardava negli occhi, ascoltava. Raramente usava o urlava slogan, anche quando si trovava di fronte a centinaia di migliaia di persone, come è spesso capitato. Queste sue caratteristiche, così diverse da altri leader del Novecento, lo fecero amare da tantissimi italiani, dai comunisti, ma anche da chi comunista non lo è mai stato. Ho seguito Enrico/Elio con una regia di immersione, grazie alla maestria della camera di Benoît

Dervaux, dentro ai luoghi e alle scelte di quegli anni così densi, veri spartiacque dello sviluppo sociale e politico dell’Italia e non solo. In molti mesi di montaggio ho deciso, insieme a Jacopo Quadri, affiancati dal lavoro musicale intenso e minuzioso di iosonouncane, di creare un dialogo estetico e narrativo tra la nostra messa in scena e le immagini di archivi cinematografici scelte non per testimoniare, ma per scolpire. Segni precisi di una memoria che diventa cinema.”

Il prezzo del biglietto è di 7 euro, di 5 euro per chi usufruisce delle riduzioni.

L’evento è promosso da Roma Culture. Informazioni e programmazione – www.cinemaaquila.it

Nuovo Cinema Aquila

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multisala, prime visioni e cinema d'autore

 Via l'Aquila, 68, 00176 Roma RM
Telefono+39 06 45541398
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