Presentazione di The line of Water, di Sara Palmieri con Sara Palmieri e Fiorenza Pinna

pubblicato da Witty books
The line of Water esplora la memoria come entità mutevole e fluida, dove il trauma non è solo una ferita ma un catalizzatore per la trasformazione.Sara Palmieri, artista visiva che lavora principalmente con la fotografia, indaga il potenziale materiale e simbolico delle immagini. La sua pratica si estende alla scultura e alla performance, utilizzando processi sperimentali per esplorare il modo in cui il territorio e le narrazioni personali danno forma alla memoria collettiva, mettendo in discussione i modi in cui le immagini costruiscono e decostruiscono la realtà.Ispirato all\’alluvione del Polesine del 1951, la più devastante della storia italiana, il progetto considera il territorio come un archivio della memoria, dove l\’acqua, la terra e le storie ereditate entrano in scena come agenti viventi della trasmissione. L\’oggetto-libro, curato da Fiorenza Pinna, espande questa esplorazione in un\’esperienza spaziale, visiva e tattile. In questa interazione tra immagine e materia, il libro stesso diventa un territorio di creazione, dove la memoria assume nuove forme e nuovi linguaggi emergono dalle fratture del passato.
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Book presentation: The line of Water, by Sara Palmieriwith Sara Palmieri and Fiorenza Pinnapublished by Witty books
The Line of Water explores memory as a shifting, fluid entity, where trauma is not just a wound but a catalyst for transformation.Sara Palmieri, a visual artist working primarily with photography, investigates the material and symbolic potential of images.Inspired by the Polesine flood of 1951—the most devastating in Italian history—the project considers the territory as an archive of memory, where water, earth, and inherited stories act as living agents of transmission.The book-object, curated by Fiorenza Pinna, expands this exploration into a spatial, visual, and tactile experience. The material shifts, transparencies, and overlays disrupt the reading flow, mirroring the instability of history and perception. In this interplay between image and matter, the book itself becomes a territory of creation, where memory takes on new forms and new languages emerge from the fractures of the past.