giovedì 17 ottobre, ore 19In mostra fino al 30 novembre
Inaugurazione della mostra di Petra Stavast, S75a cura di Laura De Marcoin collaborazione con Spazio Labo’, Bologna
Finalmente Petra Stavast torna a Roma in occasione dell’inaugurazione della sua mostra S75, a cura di Laura De Marco.
In occasione dell’inaugurazione Petra presenterà insieme a Laura De Marco anche il libro, a cui la mostra è ispirata, e ci parlerà di Ramya, pubblicato nel 2014 e per noi ancora un esempio fondamentale di intreccio narrativo in forma di libro fotografico, e del volume collettivo Calamita/Calamità.
“S75 è un progetto che prende il nome dal telefono cellulare Siemens S75: lanciato nel 2005, è stato il primo telefono cellulare di Stavast dotato di una fotocamera integrata, con una risoluzione massima di 1280 × 960 pixel. In S75 Stavast racchiude 224 ritratti a persone appartenenti alla sua vita quotidiana, ma raramente ad amici o familiari, tutti realizzati in studio utilizzando la tecnologia, oggi considerata obsoleta, di questo telefono. La serie è realizzata in un arco di diciassette anni, tra il 2005 e il 2022 ad Amsterdam, Banff e Shanghai.
I limiti tecnici della fotocamera rappresentano una caratteristica centrale del lavoro: la bassa risoluzione delle immagini e le pose classiche dei soggetti ritratti danno luogo a uno spazio atemporale e disgiunto, che non è né presente né passato. I ritratti trasmettono una inquietante sensazione di instabilità formale ed emotiva tra stagnazione e transizione, e creano un’immobilità visiva che sembra più vicina alla pittura che alla fotografia. La serie di ritratti si confronta con quel preciso, breve momento in cui la persona ritratta e la fotografa sono insieme: le tensioni e le aspettative di entrambe sono parti visibili del risultato finale. I ritratti evocano una tensione tra il carattere digitale della fotocamera a bassa risoluzione e l’immagine che rimanda all’arte classica del ritratto. Il fatto che con il Siemens S75 la tecnica fotografica non possa essere controllata è essenziale per il lavoro di Stavast e questo concetto è stato tradotto nel libro fotografico, pubblicato dalla prestigiosa casa editrice olandese Roma Publications, attraverso la scelta di una tecnica di stampa altrettanto difficile da controllare, quella del rotocalco. Questa scelta comporta una sorta di tensione tra la natura digitale delle foto del telefono, condivisibili e riproducibili all’infinito, e l’associazione della produzione di massa con la stampa rotocalco. Inoltre, la carta e la tecnica di stampa esaltano l’apparenza granulosa delle fotografie, dando loro una morbidezza che ricorda quelle che si cerca di ottenere oggi con i filtri, e la sottigliezza della carta fa sì che le pagine si sfoglino delicatamente e lentamente, dando a tutti gli effetti il senso della vastità di questo progetto a lungo termine.”
Dal testo di Laura de Marco per la mostra a Spazio Labo’
In collaborazione con Spazio Labo’; con il supporto di Mondriaan Fund
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Thursday October 17th, 7 pmOn show until November 30th
Exhibition opening, Petra Stavast, S75curated by Laura De Marcoin collaboration with Spazio Labo’, Bologna
Petra Stavast finally returns to Rome on the occasion of the opening of her exhibition S75, curated by Laura De Marco.
On the occasion of the opening Petra will also present together with Laura De Marco the book, from which the exhibition is inspired, and she will talk to us about Ramya, published in 2014 and for us still a fundamental example of narrative weaving in the form of a photobook, and the collective volume Calamita/Calamity.
“S75 is a project named after the Siemens S75 mobile phone: launched in 2005, it was Stavast’s first mobile phone with a built-in camera, with a maximum resolution of 1280 × 960 pixels. In S75 Stavast encloses 224 portraits of people from his daily life, but rarely of friends or family, all taken in the studio using the technology, now considered obsolete, of this phone. The series is made over a period of seventeen years, between 2005 and 2022 in Amsterdam, Banff, and Shanghai.The technical limitations of the camera are a central feature of the work: the low resolution of the images and the classical poses of the portrayed subjects result in a timeless, disjointed space that is neither present nor past.
The portraits convey an eerie feeling of formal and emotional instability between stagnation and transition, and create a visual stillness that seems closer to painting than to photography. The portrait series confronts that precise, brief moment when the person portrayed and the photographer are together: the tensions and expectations of both are visible parts of the final result. The portraits evoke a tension between the digital character of the low-resolution camera and the image that harkens back to the classical art of portraiture. The fact that with the Siemens S75 the photographic technique cannot be controlled is essential to Stavast’s work, and this concept was translated in the photo book, published by the prestigious Dutch publisher Roma Publications, through the choice of an equally difficult-to-control printing technique, gravure. This choice involves a kind of tension between the digital nature of phone photos, which can be shared and reproduced indefinitely, and the association of mass production with gravure printing. In addition, the paper and the printing technique enhance the grainy appearance of the photographs, giving them a softness reminiscent of those being sought with filters today, and the thinness of the paper causes the pages to unfurl gently and slowly, giving for all intents and purposes a sense of the vastness of this long-term project.”
From the text by Laura de Marco for the exhibition at Spazio Labo’
In collaboration with Spazio Labo’; with support from Mondriaan Fund